Atezolizumab più Bevacizumab versus Sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico precedentemente non-trattato: studio IMmotion151
Uno studio di fase 2 ha mostrato una migliore sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) per Atezolizumab ( Tecentriq ) più Bevacizumab ( Avastin ) rispetto a Sunitinib ( Sutent ) in pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico che esprimono PD-L1.
Sono stati riportati i risultati di IMmotion151, uno studio di fase 3 che ha confrontato la combinazione Atezolizumab e Bevacizumab con Sunitinib nel carcinoma a cellule renali metastatico di prima linea.
In questo studio multicentrico, in aperto, di fase 3, randomizzato e controllato, i pazienti con istologia a cellule chiare o sarcomatoide e che non erano stati precedentemente trattati sono stati reclutati da 152 centri medici accademici e cliniche oncologiche in 21 Paesi, principalmente in Europa, Nord America e regione Asia-Pacifico e sono stati assegnati in modo casuale ad Atezolizumab 1.200 mg più Bevacizumab 15 mg/kg per via endovenosa una volta ogni 3 settimane oppure a Sunitinib 50 mg per via orale una volta al giorno per 4 settimane, con 2 settimane off.
Gli endpoint co-primari erano la sopravvivenza libera da progressione valutata nella popolazione positiva a PD-L1 e la sopravvivenza globale ( OS ) nella popolazione intention-to-treat ( ITT ).
Dei 915 pazienti arruolati tra il 2015 e il 2016, 454 sono stati assegnati in modo casuale al gruppo Atezolizumab più Bevacizumab e 461 al gruppo Sunitinib.
362 su 915 pazienti ( 40% ) presentavano una malattia positiva a PD-L1.
Il follow-up mediano è stato di 15 mesi all'analisi primaria di sopravvivenza libera da progressione e 24 mesi all'analisi provvisoria di sopravvivenza globale.
Nella popolazione positiva a PD-L1, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 11.2 mesi nel gruppo Atezolizumab più Bevacizumab rispetto a 7.7 mesi nel gruppo Sunitinib ( hazard ratio, HR 0.74; P=0.0217 ).
Nella popolazione ITT, la sopravvivenza globale mediana ha avuto un HR di 0.93 e i risultati non hanno superato il limite di significatività dell'analisi intermedia.
182 pazienti su 451 ( 40% ) nel gruppo Atezolizumab più Bevacizumab e 240 su 446 pazienti ( 54% ) nel gruppo Sunitinib hanno manifestato eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento.
24 ( 5% ) nel gruppo Atezolizumab più Bevacizumab e 37 ( 8% ) nel gruppo Sunitinib hanno presentato eventi avversi di qualsiasi grado correlati al trattamento, che hanno portato all'interruzione del regime di trattamento.
Atezolizumab più Bevacizumab ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico e ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole.
È necessario un follow-up a più lungo termine per stabilire se emergerà un beneficio in termini di sopravvivenza.
Questi risultati supportano Atezolizumab più Bevacizumab come opzione di trattamento di prima linea per pazienti selezionati con carcinoma a cellule renali in fase avanzata. ( Xagena2019 )
Rini BI et al, Lancet 2019; 393: 2404-2415
Onco2019 Nefro2019 Uro2019 Farma2019
Indietro
Altri articoli
Nivolumab nel carcinoma a cellule renali avanzato: studio di fase 3 randomizzato versus Everolimus CA209025
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del carcinoma a...
Opdivo a base di Nivolumab nel carcinoma a cellule renali: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Atezolizumab più Cabozantinib versus Cabozantinib in monoterapia per pazienti con carcinoma a cellule renali dopo progressione con precedente trattamento con inibitori del checkpoint immunitario: studio CONTACT-03
Gli inibitori del checkpoint immunitario rappresentano lo standard di cura per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma...
Efficacia e sicurezza di Vorolanib più Everolimus nel carcinoma a cellule renali metastatico: studio CONCEPT
Vorolanib è un potente inibitore della tirosina chinasi ( TKI ) che agisce sul recettore del fattore di crescita dell'endotelio...
Cabozantinib più Nivolumab e Ipilimumab nel carcinoma a cellule renali
L'efficacia e la sicurezza del trattamento con Cabozantinib ( Cabometyx ) in combinazione con Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab...
Nivolumab adiuvante più Ipilimumab rispetto a placebo per il carcinoma a cellule renali localizzato dopo nefrectomia: studio CheckMate 914
Un'efficace terapia adiuvante per i pazienti con carcinoma a cellule renali localizzato resecato rappresenta un'esigenza insoddisfatta, con la sorveglianza come...
Malattia di von Hippel-Lindau: sindrome legata a neoplasie benigne e maligne, come gli emangioblastomi della retina, del cervelletto e del midollo spinale, il carcinoma a cellule renali
La malattia di Von Hippel-Lindau ( VHL ) è una sindrome con predisposizione familiare al cancro, legata a neoplasie benigne...
Everolimus adiuvante dopo intervento chirurgico per carcinoma a cellule renali: studio EVEREST
I pazienti sottoposti a resezione del carcinoma a cellule renali sono a rischio di recidiva della malattia. È stata valutata...
Toripalimab più Axitinib versus Sunitinib come trattamento di prima linea per il carcinoma a cellule renali avanzato: studio RENOTORCH
Gli inibitori del checkpoint immunitario in combinazione con gli inibitori della tirosina chinasi sono trattamenti standard per il carcinoma renale...
Nivolumab più Cabozantinib rispetto a Sunitinib nel trattamento di prima linea per il carcinoma a cellule renali avanzato: studio CheckMate 9ER
Nell'analisi primaria di CheckMate 9ER, Nivolumab ( Opdivo ) più Cabozantinib ( Cabometyx ) ha mostrato una sopravvivenza libera da...